Pancrazio Vinciguerra, detto Ezio, nasce a Castelmola (Me) il 27 dicembre 1960. Catanese d'adozione dal primo anno di vita per motivi di lavoro dei genitori.
In questa città cresce frequentando i pescatori di Ognina, i campi di calcio del Porto Ulisse, musicisti, artisti e amici che lo "inizieranno" alle prime esperienze di vita .. una "Folle Idea" la musica .. come il nome della band ogninese che frequentava .. e che ha avuto notevole influenza nella sua vita on the road !!
Negli anni '60/70 si appassiona al fermento musicale italiano. Diventa cantante e poi tastierista grazie ad una Farfisa, una pianola elettrica regalatagli dalla mamma. Dopo il diploma del '78, Ezio entra a far parte di numerose "band" che lo porteranno in giro per la penisola. Precetto e obblighi di leva lo porteranno lontano dalle scene musicali. Innamorato del mare e del nuovo ambiente nell'82 entra a far parte della grande famiglia della Marina Militare. Oggi in servizio attivo con il grado di I° Maresciallo Luogotenente.
Sposato con Paola, due figli: Eleonora e Giogio.
Autore di numerosi saggi e redazionali, cura il sito La Voce del Marinaio.
EMIGRANTE DI POPPA - ed.EVA 2011
La nostalgia per la propria terra, caratteristica di tutti gli emigranti e che emerge dalla struggenti pagine del romanzo di Ezio Vinciguerra “Emigrante di poppa”, rappresenta un altro aspetto dell’amore che i siciliani hanno per la loro isola.
Ezio ci racconta della sua infanzia, descrivendoci un ambiente ormai scomparso, comune a quasi tutto il Mezzogiorno di cui ancora, avverte i colori, gli odori, i sapori, la gente, l’ambiente.
La Sicilia orientale raccontata, rappresenta un immenso affresco di poesia ed anche di “sicilianità” intesa come legame passionale per essa, culla di antiche civiltà, crogiuolo di razze, crocevia del Mediterraneo. Sicilia problematica ed amata, sospesa tra rassegnazione e rabbia.
Un’infanzia spensierata, quella del protagonista del romanzo che, all’improvviso, viene catapultato nel duro mondo degli adulti.
Tra il padre un po’ poeta e sognatore e una madre pragmatica come lo sanno essere le mamme del Sud, s’innesta una famiglia allargata a zii affettuosi e bisognosi di dare e ricevere affetto perché privi di prole, a cugine incantate dal mondo irreale dei fotoromanzi, a compagni di scuola e di baldoria: il tutto nell’ambiente a cavallo tra l’antico e il moderno com’erano gli anni ’60 e ’70.
La musica, lo sport, i primi amori raccontati con passione, ma anche con un certo distacco, rivestono un ruolo predominate nel racconto. I primi successi come “cantante folk” negli sposalizi e la gioia nell’accostarsi alla musica con la pianola regalatagli, finalmente, dalla madre, sono legate al ricordo del padre, scomparso, che con il suo clarinetto, lo aveva introdotto alla musica americana e gli aveva insegnato a guardare al di là dell’orizzonte.
Il servizio di leva, caso fortuito ma predestinato, fa emergere il suo amore nascosto e mai sopito: quello per il mare. Non emigrante nel triangolo industriale del Nord, ma nella Marina Militare nella quale, finalmente, trova le “sacre sponde” dell’approdo e l’appagamento del cuore.
Ezio, però conserva e coltiva sempre un sottile indistruttibile legame con le origini, con la sua Trinacria terra di sole, mare e amore. (A.Cimmino)
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